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VIA carola rackete
Cima di Pino Sud - parete Ovest
Vie un po' meno classiche

Descrizione:

La parete Ovest della Cima di Pino Sud è caratterizzata da due grandi sistemi di fessure che incrociandosi formano una evidente X; a quanto pare tale parete è stata percorsa solamente da due itinerari: la via Elsa e la via Carola Rackete. La (dis)avventura dell'apertura della via Elsa (Corona-Pasquale, 13 luglio 1985) è quella raccontata nel famoso capitolo Il portiere in montagna nel libro Finchè il cuculo canta (Mauro Corona, Finchè il cuculo canta, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 1999).

Solo al 2019 risale la seconda via della parete; questa si districa inizialmente su placche di roccia friabile, fino a incrociare la via Elsa e inserirsi in seguito in una bella fessura che scodinzolando arriva sulla cresta.

Il tempo dell'apertura era quel periodo scuro della storia italiana in cui si è cominciata a diffondere l'idea che il trarre in salvo esseri umani persi tra i flutti del Mediterraneo potesse essere una cosa che andava contro la legge. La cordata italo-belga degli apritori aveva ritenuto doveroso dedicare alla Capitana Rackete l'itinerario appena salito.

Avvicinamento - 45min + 2h
C

Che si venga da Erto o da Longarone, dirigersi verso località Moliesa, dove si trova la falesia di Erto. In corrispondenza con l'accesso per il Bar la Roccia, dall'altra parte della Statale parte una strada per località Pineda. Questa strada porta dall'altra parte della Valle del Vajont e si sviluppa sulla frana. Percorrere questa strada per 3km, fin quando sulla destra si troverà una strada forestale in salita con indicazione Rifugio Casera Ditta. Si dovrà posteggiare qui e procedere a piedi. Dopo 40 minuti ben segnalati, prima in salita su strada forestale e poi per sentiero (prima discesa e poi salita) si arriva al Rifugio.

Per arrivare sotto all'anfiteatro Ovest delle Cime di Pino bisognerà risalire il torrente che nasce idealmente dalla forcella tra la cima Sud e la cima Nord (Forcella Intrapino) e confluisce sul Mesath nei pressi del rifugio. Per entrare nel greto di tale torrente si dovrà seguire per pochissimo la traccia che punta a Casera Gnam (vedi Tabacco) e all'acquedotto del rifugio. e alzarsi su una sorta di sperone per guadagnare un pulito bosco di faggi (tronco tagliato a V sulla traccia in corrispondenza del cambio di pendenza) restando sempre sulla destra orografica di detto fiumiciattolo. Si attraverserà in costa il bosco senza tracce per entrare nel punto che si riterrà più adatto - per esile traccia - nell'alveo del torrente. A questo punto risalendo il greto e senza spostarsi dal percorso del torrente si arriverà all'anfiteatro Ovest delle Cime di Pino.

Per salire la via Carola Rackete bisognerà salire uno zoccolo di un centinaio di metri per quadagnare la posta cengia alla base della parete vera e propria.

Via Carola Rackete

Primi salitori: Luca Vallata, Davide Cassol e David Leduc (6 luglio 2019)

Esposizione: Ovest

Lunghezza: 8 tiri

Difficoltàmax VI+

L1: VI- (20m);

L2: IV (55m);

L3: VI (50m);

L4: V+ (55m);

L5: III (55m);

L6: VI+ (45m);

L7: VI- (50m);

L8: IV- (50m)

Discesa: Vi sono due possibilita: Classica (da appunti di Alessandro Gogna) e Diretta (Vallata-Gasperini).

Dalla cima scendere per roccette in direzione sud e poi per prato fino ad un ometto. Evitare di scendere ulteriormente il pendio (che invita) bensì traversare a Ovest per mughi fitti in direzione di un larice che spicca nella mugaia. 4 metri prima scendere in un canalino quasi invisibile e raggiungere una forcelletta con uno spuntone. Scendere (I+) a sinistra (Nord Est) dello spuntone e raggiungere una forcella sul filo di cresta. Calarsi ad Est su clessidra (cordino) per circa 30m  (in arrampicata II-). Se si segue la discesa Classica: Risalire per roccette e prato ripido verso Sud Ovest fino ai mughi di una vetta secondaria di cresta. Seguire approssimativamente la cresta (erba e mughi), poi, una ventina di metri prima della sommità della vetta secondaria (un bastone ne segna il culmine), calarsi decisamente a sinistra (Est). Proseguire sul versante orientale in discesa (tracce di viaz) mirando alla forcella dei Ròndoi 1963m. Da qui scendere a Sud Ovest per il macereto e le tracce, fino a raggiungere più o meno a 1300m di quota le tracce che salgono dalla Forcella della Meda (o del Ciot) 1520m. Da qui seguire le segnalazioni e il sentiero per il Rifugio Ditta.

Se si segue la discesa Diretta, dalla clessidra con cordone ci si cala con una serie di doppie (forse 5) lungo un ripido canale (indispensabili chiodi, da utilizzare nel caso non si trovassero le soste utilizzate dai primi discensori). In questo modo si arriva direttamente alla cengia di partenza delle vie Carola Rackete e Corona-Pasquale. Discendere la cengia obliqua fin che possibile. Con altre due doppie si arriverà alla vera e propria base della parete Ovest della Cima di Pino Sud. Da qui discendere il canale che da Forcella Interpino (la forcella tra la Cima Nord e la Sud) punta al Rifugio Ditta. Tale canale si perrcorre fedelmente (passaggi di II), verso la fine quando il passaggio inizia a diventare faticoso si esce sulla destra per traccia poco evidente e si entra in una faggeta. Da qui per traccia più evidente - segni sulle piante - si scende fino al Rifugio Casera Ditta.

È un mondo difficile.

Via Carola Rackete
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